QUANTO NON CAPISCO SEEDORF E ANCELOTTI
Il Milan che torna da Firenze con tre pietre preziose in dote é squadra che conferma pregi e difetti di una stagione da decodificare. Vincere al Franchi non era cosa assolutamente facile: ambiente ostile, squadra avversaria rognosa e dal gioco assai lineare e scorrevole ed una tenuta atletica, in casa rossonera, che sembra in alcuni elementi decisamente precaria. Del resto giocare ogni 3 giorni comporta un dispendio di energie, fisiche, mentali e chi pié ne ha pié ne metta, importanti: bravi quindi i rossoneri ad imporsi, con una égenialataé di Pato supportata da una mirabile ripartenza di gioco, in un confronto che in proiezione futura vale davvero molto. Premesso questo e assegnato al reparto difensivo é Kalac e Nesta in primis con questéultimo autore, a mio avviso, di 5 interventi decisivi in area di rigore é e ancora Pirlo, Ambrosini, e appunto Pato un voto superiore, resta la consapevolezza di un team, quello di mr Carletto Ancelotti nostro da Felegara, troppo spesso travolto dalle ondate di gioco degli avversari. Come nella seconda meté del primo tempo e ancora nei primi 25 minuti della seconda frazione di gioco. Lenta, troppo lenta, ovviamente a mio fin troppo modesto avviso, la lettura di gioco di Ancelotti. Adesso mi direte: ma come, stai lé a criticare, quando Carletto ha messo dentro Pato é che ha poi segnato é ed Emerson é subito cerniera di centrocampo é che si sono poi rivelati decisivié Gié, ma il problema é che certe indicazioni dal campo erano arrivate ben prima: su tutte léatteggiamento di Re Eleganza, il numero 10 Clarence Seedorf. Sappiamo tutti che Seedorf, in quanto a talento e tecnica, ha forzieri pieni da dispensare magnanimo ai poveri pallonari della domenica, ma detto questo se non ha le gambe, se non vuole giocare in una determinata zona del campo, se si appiattisce in avanti sovrapponendosi a Kaké, se non esegue le indicazioni delléallenatore, se non corre, se non insegue, se non tampona il gioco avversario, se non sta bene fisicamente, se non ha voglia di ripiegare, se, se e ancora se, come ha lasciato intravedere, anzi ben vedere, nelle ultime partite, Re Eleganza deve stare fuori: in panchina o in tribuna, fate voi. Perché, al contrario, risulta elemento troppo condizionante, al negativo, per la squadra. Torniamo con la mente alla partita di Firenze: la fascia sinistra del Milan, quella in cui si era barricato Maldini, veniva presa déassalto dalle truppe viola; il capitano, in troppe occasioni, si ritrovava infatti messo di mezzo da due giocatori avversari. Talvolta si é arrivati a 3 sovrapposizioni. Una mano, nel limite del possibile visto che era chiamato a presidiare altre zone di centrocampo, la dava Ambrosini, quando, per quanto ci é sembrato di capire, era dovere di Seedorf. Che invece svolazzava altrove, reale, anzi surreale. Ecco perché non capisco Seedorf, ecco perché ancora non capisco Ancelotti: ma come, la tua squadra annaspa in una determinata zona di campo e aspetti 70 minuti per rimediareé Il calcio non é scienza perfetta, ma sta di fatto che léingresso di Pato ha frenato, sulla sinistra rossonera, léondata fiorentina. E quel Seedorf che esce altezzoso e imbronciato dal terreno di gioco, senza salutare il compagno, un poé mi ha fatto sorridere, perché sembrava un bambino al quale hanno tolto il pallone, un poé innervosire, perché ci vuole rispetto per chi entra. Il dato é peré accertato: Ancelotti ha enorme stima di Seedorf é e ha ragione quando lo stesso gioca da campione quale é -, una stima che lo ha portato peré, a mio avviso, a risultarne condizionato, a soffrire in modo esagerato una sua assenza. Risultato: se il Milan gioca a due punte, Seedorf non vuole fare il centrocampista a tutto tondo, se si gioca ad una punta dipende dalléumore di giornata. E intanto, in panchina, langue Gourcouff é ma merita o no fiducia il franceseé - svanisce Brocchi, fa il minimo sindacale Emerson. Quando giochi cosé spesso, o cambi le pedine in campo o rischi di rimanere sulle gambe e perdere. A Firenze, quando Seedorf svolazzava lieve in campo e Ancelotti non si scuoteva dal torpore, é andata bene alla casata rossonera: la Fiorentina in pié occasioni ha infatti sfiorato un vantaggio tutto sommato meritato. E allo stesso modo era andata a Udine: meglio prevenire, Ancelotti. Coraggio mister: Seedorf era e resta importante, sono i fatti a dimostrarlo, nel gioco del Milan, ma se le dinamiche di una partita e di un periodo lo certificano in calo, allora si mette in panchina, si toglie prima dal campo, si innestano nelléimpianto di gioco, nuovi elementi. Perché, caro Ancelotti, molti tifosi hanno la sensazione che lei ésoffraé la personalité di Clarence ed é una sensazione che di certo, la partita di Firenze, non smentisce.
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